Come un errore può rovinare la Customer Experience
storia di due birre spillate male. (Tratto da una storia vera)
Vi raccontiamo questa.
Poco prima del secondo lockdown entriamo in un locale (no, non facciamo nomi per rispetto dei colleghi), selezioniamo con cura le birre da sorseggiare e le ordiniamo.
Voi lo sapete meglio di noi, mentre si è in attesa che la birra arrivi al proprio tavolo, ci si sente un po’ come i bambini quando aspettano di scartare il proprio regalo di Natale.
Difficile da spiegare a chi preferisce altri tipi di alcolici, ma se mai vi capiterà di chiedere riscontro ad un buon birraiolo, vedrete che vi confermerà la nostra tesi. Ma, continuiamo.
Il tempo scorre e le nostre birre, che nella nostra immaginazione sarebbero arrivate munite si goccioline sul bicchiere appannato di freschezza, arrivano dritte dritte sul nostro tavolo ad una temperatura paragonabile ad un the caldo servito il 20 di dicembre (ovviamente stiamo estremizzando, ma è importante vi arrivi il concetto!).
A quel punto, al posto di arrabbiarci , ce ne stiamo tranquilli e ne approfittiamo per osservare il contesto rimanendo seriamente increduli e stupiti di fronte alla normalità con cui quella dinamica di servizio continuava a proporsi anche nei tavoli adiacenti al nostro.
Allibiti spettatori di quel susseguirsi di birre servite senza né competenza né cura, prendiamo quella che a noi è parsa essere la decisione più saggia: pagare e andare via.
Lasciamo quel locale avendo bevuto tre sorsi in due e torniamo a casa con 12€ in meno.
Oltre il danno pure la beffa direte voi. E invece, NO!
Perché quel giorno portammo a casa quanto di più prezioso fosse possibile: una bella lezione.
Quel pomeriggio stesso ci ripromettemmo che a nessuno dei nostri clienti avrebbe dovuto subire un momento di simile delusione a causa nostra. E proprio questa fu l’idea portante di ogni nostra azione successiva.
Il giorno dopo contattammo i tecnici, riorganizzammo la cella di conservazione e perfezionammo i nostri erogatori alla spine a regolazione fine.
Non è stato un gioco da ragazzi, ma il risultato finale del lavoro certosino da parte dei nostri tecnici ci ha resi molto orgogliosi. Ma, arriviamo al dunque.
Perché l’abbiamo fatto?
Perché abbiamo scelto di investire in un impianto dal costo non indifferente? E perché concentrarsi su un dettaglio, a dire di molti, praticamente impercettibile?
D’altronde, al Blues non si era mai lamentato nessuno.
La risposta è semplice e coincisa: Perché scegliamo per voi ciò che sceglieremmo per noi stessi. Perché vogliamo per voi esperienze uniche ed indimenticabili, qualsiasi esse siano, perché la birra dev’essere servita a temperatura perfetta e spillata ad opera d’arte.
E perché ogni esperienza vissuta fuori dalle mura di casa merita attenzione, conoscenza e competenza, ma soprattutto studio da parte di chi sceglie di offrircela.
Il Blues prende sempre più la forma dei desideri di chi lo vive e data l’intensa affluenza da parte di birraoli accaniti, ci siamo sentiti in dovere di ottimizzare la Customer Experience.
Senza troppi giri di parole: qui, con la birra non si scherza. Parola di beer-lover.
Come sempre, alla vostra.